La videosorveglianza, con la sua invasività, è soggetta a regolamentazioni rigorose sia a livello nazionale che internazionale. Autorità come il Garante italiano e il CNIL francese sottolineano la sensibilità dell’installazione di telecamere nello spazio pubblico, un contesto cruciale per molteplici libertà individuali. Questa preoccupazione è condivisa a livello europeo da entità quali l’EDPB e la Commissione Europea. Il fondamentale equilibrio tra la salvaguardia dei diritti individuali e altri interessi rilevanti è al centro delle riflessioni.

Prima di esplorare le norme sulla videosorveglianza pubblica sotto l’aspetto della protezione dei dati, è importante ricordare che il decreto legge 16 luglio 2020, n.76, convertito in legge 11 settembre 2020, n.120, ha semplificato il regime degli impianti di videosorveglianza degli Enti locali. Questa modifica equipara il regime di installazione a quello più favorevole previsto per le amministrazioni statali, rendendo l’installazione e l’esercizio di tali sistemi un’attività libera senza necessità di autorizzazione generale.

Per i Comuni, vengono richiamati gli articoli 7 del D.lgs. 51/2018 (trattamento di categorie particolari di dati personali), 6 c. 7 del D.L. 11/2009 (misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e contrasto alla violenza sessuale) e 54 del D.lgs. 267/2000 (Testo Unico Enti Locali).

Fondamentale è il principio di residualità degli strumenti di videosorveglianza, che devono essere utilizzati solo se non sono disponibili mezzi meno invasivi. Tali strumenti devono rispettare i requisiti di liceità, necessità, proporzionalità e trasparenza. Le riprese devono conformarsi alle disposizioni legali sull’installazione di apparecchi audiovisivi e alle norme sulla protezione dei dati personali, garantendo l’attivazione solo in assenza di alternative meno invasive e solo per il tempo strettamente necessario. Le finalità dell’utilizzo del sistema devono essere determinate, esplicite e legittime.

Principio di Minimizzazione, Privacy by Design e by Default

Il rispetto del principio di minimizzazione, come definito dall’articolo 5 del GDPR, è fondamentale per il Titolare della Pubblica Amministrazione, comportando la necessità di responsabilizzazione nella valutazione della liceità del trattamento. Ciò richiede un approccio di “privacy by design e by default”, richiamando i principi del GDPR, dove la valutazione della soluzione da adottare non può basarsi sulla semplicità o sull’economicità, ma piuttosto sul bilanciamento degli interessi e il rispetto dei requisiti legali.

Ambito Pubblico e Finalità Legittime

Nell’ambito pubblico, la raccolta di dati deve limitarsi a contesti, aree o attività con rischi concreti o esigenze di dissuasione e deterrenza. La posizione di telecamere per la sicurezza pubblica deve derivare dalla valutazione dell’inefficacia di misure alternative. Il principio di finalità impone che solo scopi collegati e pertinenti alle attività del Titolare PA siano legittimi.

Provvedimento dell’Autorità Garante per la Privacy

Il provvedimento dell’Autorità Garante del 2010 ha stabilito regole chiare per la videosorveglianza pubblica. Nell’ambito di settori specifici, come la sicurezza urbana o il deposito dei rifiuti, la proporzionalità è un criterio chiave. Il provvedimento ha anche considerato le situazioni in cui la videosorveglianza è lecita, ad esempio, nei trasporti pubblici in situazioni di particolare rischio, con limitazioni sull’angolo visuale per preservare la privacy.

Faq del Garante della Privacy

Le FAQ del Garante del dicembre 2020 hanno affrontato alcuni “vuoti” tra il provvedimento del 2010 e l’entrata in vigore del GDPR. Queste FAQ chiariscono i tempi di conservazione delle immagini, la necessità di una valutazione d’impatto in determinati casi e l’applicabilità della normativa privacy a seconda delle circostanze.

Obbligo di Informativa agli Interessati

È obbligatorio informare chiaramente gli interessati prima di accedere a zone videosorvegliate, utilizzando cartellonistica visibile. Il posizionamento delle informazioni e il rispetto del principio di comprensibilità sono cruciali, soprattutto in contesti multilingue o frequentati da stranieri.

Gli aspetti pratici della videosorveglianza in ambito pubblico richiedono un focus su elementi come la comprensibilità delle informazioni, la visibilità degli strumenti e la formazione del personale. La programmazione di sessioni di studio, la redazione di Protocolli d’intesa e Regolamenti specifici sono essenziali per garantire la corretta implementazione della normativa privacy nella pratica operativa della videosorveglianza pubblica.

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