Nei giorni scorsi i sindacati hanno firmato due protocolli  per regolarizzare il lavoro agile che ormai siamo abituati, con l’emergenza COVID-19, a definire smart working. Una nota azienda di telecomunicazioni ha già adottato queste nuove misure e di fatto si presta a modello per tutte quelle che si attiveranno per permettere ai propri dipendenti di lavorare da remoto.

Si tratta di un primo passo per ridefinire le modalità lavorative esterne alle mura delle imprese, un insieme di indicazioni che garantiscono realmente rispetto dei diritti dei lavoratori “agili”, e che potrebbero segnare la strada per lo smart working del prossimo futuro in Italia. Si pensi alle postazioni condivise, ai buoni pasto garantiti e al diritto alla disconnessione da più parti e in più occasioni evocato. Vediamo nel dettaglio quali sono le nuove regole per lo smart working in azienda fino al 2021.

Smart working: nuove regole in azienda con accordi sindacali

I lavoratori potranno stare in smart working fino a tre giorni a settimana. Gli accordi sindacali stipulati sono due, uno transitorio e l’altro sperimentale che la nota azienda di telecomunicazioni ha siglato con i sindacati e che mettono in pratica quanto definito dal Protocollo principi e linee Guida per il nuovo lavoro agile nella filiera delle tlc, siglato il 30 luglio da Assotelecomunicazioni-Asstel e dalle parti sociali.

Stando a tali accordi i lavoratori possono scegliere tra due tipologie di lavoro agile: giornaliero o settimanale.

Nel caso dello smart working giornaliero il dipendente può lavorare due giorni da remoto, ma nel rispetto di alcune regole come l’utilizzo di strumenti tecnologici che siano in grado di garantire il collegamento protetto con il software dell’azienda. La restante parte della settimana, 3 giorni, il lavoratore può svolgerla in azienda.

In questa prima modalità di smart working il dipendente ha anche a disposizione 12 giorni all’anno di lavoro agile che può sfruttare nel limite massimo di un giorno in più di smart working a settimana. Il lavoratore ha inoltre a disposizione un software anche per prenotare ogni settimana i giorni in smart working e quelli in ufficio e andrà anche a riservare la propria postazione in desk sharing.

Sempre secondo gli accordi sindacali, lo smart working settimanale sarà per quei dipendenti che devono svolgere delle mansioni che prevedono la presenza in fasce orarie ben definite e dunque la prestazione sarà divisa al 50% tra sede al di fuori dell’azienda e 50% in presenza.

L’accordo prevede anche delle deroghe e la possibilità di avere quattro settimane consecutive di smart working nei seguenti casi:

  • donne incinte nelle quattro settimane precedenti al congedo di maternità obbligatorio;
  • mamme e papà potranno farle entro l’anno di vita del figlio;

Deroghe alle regole sopra elencate per lo smart working sono previste anche nei seguenti casi:

  • emergenze sanitarie;
  • eventi atmosferici eccezionali;
  • malattia grave;
  • terapie salvavita;
  • assistenza figli disabili.

Smart working: diritto alla disconnessione e buoni pasto

È previsto inoltre il diritto alla disconnessione e buoni pasto secondo gli accordi con i sindacati.

In particolare tutti i dipendenti dovranno seguire per lo smart working delle linee guida aziendali che si appellano alla responsabilità dei singoli. Il vademecum sulla “buona convivenza virtuale” garantisce non solo il diritto alla disconnessione del lavoratore al di fuori dell’orario di lavoro, ma anche il diritto dello stesso a non ricevere e prendere visione di comunicazioni durante la pausa pranzo per esempio.

L’orario di lavoro resta sì il medesimo in smart working, ma proprio per ovviare a problemi in merito al diritto alla disconnessione, l’azienda si è dotata di un programma di messaggistica istantanea nel quale il lavoratore può modificare il proprio status e comunicare così agli altri colleghi se è operativo o meno.

Lo smart working con buona probabilità sopravviverà anche dopo il 2021, dopo la pandemia laddove anche progetti sperimentali, come il south working, potrebbero cambiare la fisionomia del lavoro in Italia per il prossimo futuro.

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