G.D.P.R.

Il Garante ha da poco pubblicato i dati concernenti l’applicazione del Regolamento (UE) 2016/679 – G.D.P.R. relativi al periodo che va dal 25 maggio 2018 al 31 marzo 2019. Si tratta di una contabilizzazione degli input all’Autorità tra comunicazioni obbligatorie, reclami, o semplici richieste di informazione.

I dati sono i seguenti:

  • le comunicazioni dei dati di contatto dei DPO – o RPD, che dir si voglia – sono state 48.591 (erano 43.629 al 31/12/2019)
  • i reclami e le segnalazioni pervenute sono 7.219  (erano 4.704 al 31/12/2019)
  • le notificazioni di data breach sono state 946 (erano 630 al 31/12/2019)
  • i contatti ricevuti dall’Ufficio Relazioni con il Pubblico sono stati 18.557 (erano 13.853 al 31/12/2019)

L’andamento dei dati :

L’andamento dei dati è in linea con l’importante progressione attestata in simili statistiche intermedie rese pubbliche nei mesi scorsi, specie con quella riferita al periodo dal 25 maggio 2018 al 31 dicembre 2018 (particolarmente interessante perché conteneva raffronti con l’ultimo anno pre-G.D.P.R.).

Allarmanti le notificazioni di data breach

Continua ad essere allarmante il conto delle notificazioni di data breach che sono salite a 946 in 19 mesi: ciò significa che ogni giorno sono “denunciati” al Garante all’incirca circa tre eventi – tra cyber attacchi o perdite accidentali di dati – che mettono a repentaglio dati e diritti dei cittadini. Anche assumendo che diversi titolari abbiano notificato violazioni di sicurezza in modo precauzionale (ossia, pur non sussistendo in alcun modo i rischi di cui all’art. 33 del GDPR), il dato statistico conferma la persistenza di una diffusa vulnerabilità rispetto alle minacce dell’odierno ecosistema digitale.

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