Cos’è la normativa di antiriciclaggio?

Per far fronte alle condotte di riciclaggio la legge italiana ha introdotto una speciale normativa antiriciclaggio. Con antiriciclaggio (Anti Money Laundering) si intende l’azione di prevenzione e contrasto del riciclaggio di denaro, beni o altre utilità; si riferisce alle attività che gli istituti finanziari svolgono per ottenere la conformità ai requisiti di legge e per monitorare attivamente, e segnalare, operazioni sospette.

In Italia la normativa antiriciclaggio si basa principalmente sul decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231 che recepisce a sua volta la direttiva europea 2005/60/CE; il decreto ha introdotto nell’ordinamento nazionale una serie di adempimenti allo scopo di proteggere la stabilità e l’integrità del sistema economico e finanziario.

L’antiriciclaggio ha origine dall’azione repressiva (penale) e sfocia nell’attività di prevenzione che può essere attuata esclusivamente grazie all’impegno di determinati operatori nel settore soprattutto economico. Dunque, non solo norme di diritto penale ma anche norme di diritto civile e amministrativo sono deputate al contrasto di questo fenomeno; non solo sanzioni penali ma anche sanzioni amministrative.

Chi è soggetto alla normativa Antiriciclaggio? [soggetti obbligati]

La normativa antiriciclaggio riguarda moltissime società e professionisti; i cosiddetti soggetti obbligati sono individuati dall’art. 3 del decreto legislativo 21 novembre 2007 n. 231, che li raggruppa nelle seguenti categorie. Per prima viene descritta la categoria degli intermediari bancari e finanziari, che include:

– intermediari bancari e finanziari;

– altri operatori finanziari (tra cui le società fiduciarie e i mediatori creditizi);

– professionisti (in forma individuale, associata o societaria) tra cui: dottori commercialisti, esperti contabili, consulenti del lavoro;

– ogni altro soggetto che rende servizi forniti da periti, consulenti e altri soggetti che svolgono in maniera professionale, anche nei confronti dei propri associati o iscritti, attività in materia di contabilità e tributi (compresi associazioni di categoria di imprenditori e commercianti, CAF e patronati);

Una disciplina peculiare è riservata a notai e avvocati, che diventano soggetti obbligati quando, in nome o per conto dei propri clienti, compiono qualsiasi operazione di natura finanziaria o immobiliare e quando assistono i propri clienti in altre attività finanziarie.

 Al di là degli aspetti penali, l’antiriciclaggio prevede una serie di attività che i professionisti (notai, avvocati, commercialisti, intermediari finanziari, ecc.) e gli istituti di credito devono mettere in atto. Vediamo quali sono i principali adempimenti previsti dalla legge.

Gli adempimenti Antiriciclaggio previsti dalla legge

Il decreto legislativo 231/07 prevede attività di prevenzione e contrasto del riciclaggio concentrandosi su due aspetti: il primo è finalizzato a garantire la conoscenza approfondita della clientela e a prescrivere la conservazione dei documenti relativi alle transazioni effettuate; il secondo è volto da individuare e segnalare operazioni sospette di riciclaggio.

L’adeguata verifica della clientela è l’aspetto più importante per l’azione preventiva di contrasto al riciclaggio; essa consiste nell’identificazione del cliente e nella verifica dei dati acquisiti; l’identificazione e la verifica sono previste anche nei confronti del beneficiario sostanziale – il cosiddetto titolare effettivo – quando il cliente è una persona giuridica o effettua un’operazione per conto di altri soggetti.

Altri adempimenti riguardano la raccolta delle informazioni sullo scopo e la natura del rapporto posto in essere dal cliente e il controllo continuo nel corso del rapporto stesso.

Un terzo fondamentale adempimento riguarda la segnalazione, all’UIF (l’Unità di informazione finanziaria/Banca d’Italia), delle operazioni sospette di riciclaggio.

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