Il Consiglio dei Ministri del 10 gennaio 2019 ha approvato in via definitiva il nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza.

Le novità contenute nel testo di riforma del fallimento e nel nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza sono diverse.

Il Codice ha l’obiettivo di riformare in modo organico la disciplina delle procedure concorsuali, con due principali finalità:

  • consentire una diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese;
  • salvaguardare la capacità imprenditoriale di coloro che vanno incontro a un fallimento di impresa dovuto a particolari contingenze.

Tra le principali novità riassunte dal Governo la riforma contenuta nel codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza prevede le seguenti modifiche alla legge fallimentare:

  • si sostituisce il termine fallimento con l’espressione “liquidazione giudiziale” in conformità a quanto avviene in altri Paesi europei, come la Francia o la Spagna, al fine di evitare il discredito sociale anche personale che anche storicamente si accompagna alla parola “fallito”;
  • si introduce un sistema di allerta finalizzato a consentire la pronta emersione della crisi, nella prospettiva del risanamento dell’impresa e comunque del più elevato soddisfacimento dei creditori;
  • si dà priorità di trattazione alle proposte che comportino il superamento della crisi assicurando continuità aziendale;
  • si privilegiano, tra gli strumenti di gestione delle crisi e dell’insolvenza, le procedure alternative a quelle dell’esecuzione giudiziale;
  • si uniforma e si semplifica la disciplina dei diversi riti speciali previsti dalle disposizioni in materia concorsuale;
  • si prevede la riduzione della durata e dei costi delle procedure concorsuali;
  • si istituisce presso il Ministero della giustizia un albo dei soggetti destinati a svolgere su incarico del tribunale funzioni di gestione o di controllo nell’ambito di procedure concorsuali, con l’indicazione dei requisiti di professionalità esperienza e indipendenza necessari all’iscrizione;
  • si armonizzano le procedure di gestione della crisi e dell’insolvenza del datore di lavoro con forme di tutela dell’occupazione e del reddito di lavoratori.

Da ultimo, si evidenzia la rilevante novità contenuta nell’articolo 378 dello schema approvato in via preliminare lo scorso 8 novembre.

Scatta l’obbligo di modifica degli statuti o degli atti societari per molte SRL che entro il 2019 dovranno recepire il nuovo obbligo di nomina del sindaco, del collegio sindacale e del revisore secondo i nuovi limiti modificati con un intervento delle soglie stabilite dall’articolo 2477 del Codice Civile. Si attende ora la pubblicazione della riforma fallimentare con il testo del nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza in Gazzetta Ufficiale per identificare in termini precisi i termini di entrata in vigore delle novità. Il codice sarà operativo dopo 18 mesi, ma l’entrata in vigore dei nuovi obblighi sarà anticipata in alcuni punti, come quello relativo alla modifica agli statuti delle SRL.

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