Il sottosegretario al Mef, annuncia lo studio di un progetto per l’elaborazione di una carta unica che raccolga più dati del cittadino. In pratica sarà una tessera che svolgerà più funzioni e che potrà anche essere utilizzata per pagamenti elettronici.

La tessera conterrà i dati della carta d’identità, della tessera sanitaria e l’identità digitale. Inoltre, sarà possibile anche attivare sulla stessa un conto di pagamento presso qualsiasi sportello bancario o postale.

Si tratta, quindi, un progetto di semplificazione che potrebbe rendere meno complicato l’utilizzo dei pagamenti elettronici anche per le fasce di popolazione che hanno meno confidenza con la tecnologia.

Un’operazione simile richiede un lavoro di messa a punto sotto vari aspetti. Il primo, certamente tecnologico. Infatti, si sta lavorando su di un layout affinché sia possibile garantire gli standard internazionali sui quali ci si è accordati con gli altri Paesi. Poi, c’è un aspetto non secondario che è quello del rispetto della protezione dei dati personali perché si concentrerebbero tutta una serie di dati sensibili in un’unica tessera.
Nel dibattito che si è aperto negli ultimi giorni sull’impulso ai pagamenti tracciabili per ridurre l’utilizzo del contante in chiave antievasione, la «carta unica» potrebbe essere una sorta di «killer application» perché raggiungerebbe tutti e in tutta Italia e allo stesso tempo concentrerebbe in sé una serie di funzioni: dall’utilizzo per visite sanitarie e farmaci (tra l’altro la tessera sanitaria già oggi contiene il codice fiscale di ogni cittadino) all’accesso per i servizi delle pubbliche amministrazioni.
Un progetto che si inserisce strategicamente in un più ampio quadro di operazioni dirette a spingere ulteriormente l’utilizzo della moneta elettronica.

Oltre ai sistemi di incentivi fiscali su cui si sta studiando per esercenti e consumatori, la carta unica consentirebbe di procedere in modo meno indolore e più rapido all’introduzione dell’obbligo per la Pa di accettare solo pagamenti elettronici. In molte città gli sportelli dell’anagrafe già oggi accettano pagamenti solo elettronici e l’obbligo potrebbe essere generalizzato a tutta la Pubblica amministrazione, incluse le società che forniscono servizi pubblici.

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